domenica 18 luglio 2004

Agricols Inside


Forse ha ragione la Vi ed allora io e Zetag siamo gente di campagna e non capiremo mai il piacere di essere trendy e quindi: avere delle nevrosi, andare dallo strizzacervelli ed avere un armadietto con gli antidepressivi invece del mobile bar. Comunque, come diceva Oscar Wilde:


La moda e' una forma di bruttezza cosi' intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi.


Allora io preferisco la campagna, in una bella giornata estiva come oggi. E non serve neanche affaticarsi a descriverla, posso riciclare un pezzo tratto da Don Camillo di Giovannino Guareschi, tanto la campagna non cambia con le mode, non ne ha bisogno. Basta saperla guardare per vederla sempre differente


Fra l'una e le tre dei pomeriggi d'agosto, il caldo, nei paesi affogati dentro la meliga e la canapa, è roba che si vede e si tocca. Quasi uno avesse davanti alla faccia, a una spanna dal naso, un gran velo ondeggiante di vetro bollente. Passi un ponte e guardi giù, dentro il canale, e il fondo è secco e tutto screpolato, e qua e là si vede un pesce morto. Quando dalla strada sull'argine guardi dentro un cimitero ti pare di sentir crepitare sotto il sol battente le ossa dei morti. Poi, arrivati all'argine grande, ecco il fiume vasto, deserto, immobile e silenzioso, e più che un fiume pare il cimitero delle acque morte.

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