lunedì 22 novembre 2004

Programmatori AKA latinlover


Mi é arrivato ia mail sto pezzo e lo posto per permettere a tutti di godersi un po' di autoironia da informatici. Per fortuna il pezzo é firmato così posso apertamente ringraziare l'autore: Edoardo Martelli

Da qualche tempo sentivo come un bisogno insoddisfatto. Non ero certo di cosa fosse, era come una strana sensazione alla bocca dello stomaco e al basso ventre. Come la mancanza di qualche cosa di tenero. Ho provato ad affrontarlo nei soliti modi: ho installato una nuova scheda video con 512MByte di VRAM a uno zillione di MegaHertz. Disegna in un secondo più poligoni di quanti ne immaginasse in un'ora un'intera comune di hippie sotto acido negli anni '60. Eppure, niente da fare. Il bisogno era ancora lì. Come se non fosse stata QUELLA la morbidezza di cui avevo bisogno. Ma cosa si può volere di più che uno zillione di poligoni?
Mi misi a partizionare l'hard-disk e a provate nuove distribuzioni di GNU/Linux, un'attività che dà grandi soddisfazioni. Ne ho installate 25, tra cui Red Flag Linux, la distribuzione del governo cinese. Ha lascia to alcuni effetti collaterali: ora all'avvio il computer, invece che -BIP-, fa una breve versione de L'internazionale in cantonese. Ho provato anche Crescent Moon Linux, la distribuzione di A1 Qaeda, ma ho lasciato perdere alla selezione della partizione di root: il puntatore era un piccolo aereo, la selezione un piccolo grattacielo che prendeva fuoco. Mi è sembrato un po' eccessivo; ma soprattutto, non c'era l'opzione per un installer testuale, cosa davvero grave.
Niente da fare: il bisogno alla bocca dello stomaco era rimasto, nonostante le 25 distribuzioni. Ho formattato e reinstallato Windows, erano 3 giorni che non lo facevo e cominciava ad essere instabile: nessun risultato utile per la mia situazione, ma ora ci mette 7 secondi in meno a riavviare. Solita sensazione alla bocca dello stomaco.
Ho cercato su motori di ricerca, mailing list e newsgroup (alt.mouth.of.the.stomach.various), ho anche consultato un paio di GNU/Linux HowTo a caso, per cui ora saprei usare Samba per condividere una vasca di pesci rossi usando segnali di fumo come canale wireless. Chissà, può sempretornare utile. Ma di soluzioni per questa sensazione di bisgno nessuna. Niente, nix, nada, nothing.

IN VISTA DI UNA SVOLTA
Alla fine ho fatto ciò che ogni informatico che si rispetti fa solo quando è VERAMENTE alla frutta: ho chiesto ad un amico. Aldo è un amico davvero stretto: a volte mi chiama anche se non ha un problema con il sistema operativo. Ed ogni tanto parliamo anche di cose che non hanno a che fare con il computer. Non che ci sia molto da dire, ma ci provo perché sembra fargli piacere. Qualche tempo fa, per esempio, mi diceva della sua bicicletta nuova. Gli ho chiesto se ci girava Linux e lui mi ha guardato strano; però ci ho provato.
Comunque, ho chiesto ad Aldo. Ci ha pensato un po' sopra, poi con una mano sulla spalla e guardandomi fisso negli occhi, mi ha detto: "Secondo me tu hai bisogno di una donna". Una donna! Normalmente mi sarei messo a ridere, avrei dichiarato che ho bisogno di una donna quanto ho bisogno di una memoria USB a forma di papero o di un Hub USB a forma di Godzilla. Però dentro di me, da qualche parte, sentivo che poteva avere ragione: che forse era quella la mancanza che avvertivo. Dopo tutto, io POSSIEDO una memoria USB a forma di papero(USB 2.0, 256 Mega, si illumina quando si trasferiscono i dati: http://www.thinkgeek.com/GADGETS/electronic/6a29 ed anche un Hub USB a forma di Godzilla http://www.charismac.com/Products/firedino/ Forse tutto ciò significa qualche cosa. Forse ho cercato di sublimare delle carenze di affetto (eppure, chi puo'resistere a un Hub USB a forma di Godzilla? Chi??). Forse ho davvero bisogno di una donna, perché da un po' cambiare i temi di KDE, gli zillioni di poligoni e raggiungere I'HI-SCORE mondiale di X-Bill non mi entusiasma come una volta.
Una donna. Sono corso a documentarmi, ed ho scoperto che:

  • le donne sono la parte femminile dell'essere umano, essenziali per la riproduzione;

  • non sono programmabili ad oggetti, anzi si arrabbiano moltissimo se trattate come tali;

  • contraddittoriamente, con loro è necessario usare metodi particolari, tali metodi non sono però documentati in nessun manuale di API: cercando "female handling howto" non si trova nulla di adatto a minorenni;

  • preferiscono argomenti di conversazione su abbigliamento, profumi e cose carine (cosa può esserci di più carino dell'Hub a forma di Godzilla? Gli diventa rossa la bocca quando è connesso!);

  • si incontrano FUORI, a meno che non ce ne sia già una in casa, per cui parte dei problemi sarebbero già risolti (e ne nascerebbero altri). A meno che non sia una "sorella" o una "madre", che non fanno al caso nostro;

  • gli informatici non hanno successo con le "donne". Strano: IO non ho mai provato a gareggiare con loro, non capisco come sia possibile sapere che non avrei successo.

AZIONE
Armato di tali conoscenze ho deciso di andare dove nessun informatico è mai andato prima: a cercarmi una donna. Seguono le mie osservazioni.

Giorno 1: uscito in strada, visto varie donne in giro. Trovarne una non sembra poi così difficile.Ne ho avvicinata una che, però, mi ha guardato con gli occhi sbarrati e si è allontanata affrettando il passo. Ho provato con un'altra, è successa la stessa cosa.Alla decima donna ho deciso di capire cosa c'è che non va in loro. Proverò a chiedere ad Aldo

Giorno 2: dice Aldo che dovrei vestimi in modo decente, farmi una doccia e lavarmi i denti. Gli ho fatto notare che ero perfettamente vestito (sandali, calzini verdi, pantaloncini corti, maglietta della Debian, vestaglia da casa), infatti non avevo preso freddo e non ero stato arrestato per atti osceni in luogo pubblico (mi è successo un paio di volte, poi ho imparato che è meglio non avere organi genitali a penzoloni). Gli ho anche ricordato che mi ero già fatto la mia doccia mensile, nonché il mio lavaggio di denti. Dice che non basta. Cominciano a sembrarmi un po' esigenti, queste donne.

Giorno 3: lavato e vestito seguendo i consigli di Aldo: scarpe, calzini scuri, jeans lunghi senza macchie, maglietta grigia, camicia senza loghi: è incredibile che ce ne fosse una in casa, doveva essere del mio povero nonno. Non mi sento per niente comodo ma sono riuscito ad avvicinare alcune donne senza che fuggissero. Probabilmente il più è fatto. Alla prima ho detto: "vuoi venire a vedere il mio computer? È un SMP a quattro vie, 2 Giga di RAM, ricompila il kernel di Linux in dieci minuti e fa uno zillione di poligoni al secondo". Lei mi ha guardato stupita, ha detto "I don't speak English" e si è allontanata. Tutte io quelle strane le trovo. Anche la seconda ha fatto così. Pure la terza. Devo cambiare tattica. Aldo consiglia di non essere troppo monotono con gli argomenti, di parlare anche dei miei successi personali.

Giorno 4: sempre lavato e vestito (ma non farà male, tutto questo sapone?), ho provato con "lo sai che Linus Torvalds ha risposto per mail alla rata proposta di un nuovo modulo per il kernel?"; ma non ho avuto successo. Aldo consiglia di essere più giocoso.

Giorno 5: "Ieri a Ultima On-Line ho sconfitto il chierico nero di Asvalon in uno scontro all'ultimo sangue, quasi mi batteva quando il suo minotauro mannaro non-morto ha fatto il respawn, ma l'ho sorpreso con una pioggia di meteore urlanti: non ha avuto scampo", niente anche questa volta. Il mistero si fa più fitto. Dice Aldo che per strada è di solito più difficile: dovrei provare in un locale.

Giorno 6: mi sono recato nel locale che conosco meglio: ho avvicinato una donna al Computer Discount, stava guardando le stampanti e le ho spiegato i vantaggi dei modelli a cartucce ricaricabili. Sembrava interessata, però quando le ho proposto di venire a vedere come si faceva a casa mia ha detto "no, grazie".

Giorno 7: questa volta nel settore masterizzatori: l'ho illuminata sulla differenza tra DVD-RW e DVD+RW. Lei mi ha guardato decisamente riconoscente,ed ho capito che era fatta. Le ho proposto di venire a vedere come funzionavano i vari formati sui miei 6 diversi lettori DVD, di cui uno solo ed unicamente per gli Anime in giapponese: ha esitato, ma poi ha detto di sì. Stranamente, una volta a casa mia, si è portata la mano alla bocca, si è girata e è fuggita urlando qualcosa che, a causa della mano, non ho capito bene; credo "oiiioo checcchioooo", non ne sono certo. Aldo dice che, prima di portare una donna a casa mia, dovrei eseguire alcuni riti chiamati "riordinare", "pulire" e anche, pare, "lavare la biancheria sporca che comincia a mostrare segni di colture verdastre". Non so: io mi ci trovo bene, non capisco. Ad alcune mutande sul pavimento mi ci sono affezionato, si muovono e mi salutano quando passo.

Giorno 10: la pulizia ha richiesto più tempo del previsto. Alla fine sono riuscito a sistemare tutto, peccato aver dovuto usare il lanciafiamme. Sono sicuro che nel giro di qualche giorno l'odore di napalm se ne andrà. Aldo dice che verrà a trovarmi per vedere come va. Per ora continuo con le esplorazioni dell'universo donna. Dice Aldo che con locale intendeva un locale notturno. Sono andato in un pub, ho bevuto una birra e ho avvicinato una donna che mi aveva sorriso (credo che il mio inciampare su di un gradino per poi sbattere la fronte sul bancone abbia contribuito, ma noi seduttori non ci preoccupiamo dell'origine delle occasioni che ci si presentano, ci limitiamo a sfruttarle). Vicino al suo tavolo c'era una confezione di ForzaQuattro. Le ho proposto una partita: l'illusa ha accettato. Ho così dimostrato la falsità delle illazioni sull'insuccesso degli informatici con le donne: ho vinto tre volte di seguito. Poi le ho svelato il mio segreto: a ForzaQuattro non mi si batte. Le ho parlato alcune ore della mia abilità, di come sono invincibile, imbattibile, immarcescibile; lei ascoltava molto colpita, ma stranamente rifiutava di giocare ancora. Poi si è coperta il viso con un cuscino e ha finto di dormire: chiaro segno di interesse. Così le ho raccontato delle mie ultime 23 partite al torneo intercontinentale. Per qualche ragione non è voluta venire a vedere i miei 10 modelli diversi di ForzaQuattro.

Giorno 12: ieri ho riprovato con la mia abilità a ForzaQuattro, con il mio computer e con le mie gesta nei giochi di ruolo: incredibile, non ho avuto successo nemmeno questa volta. Queste donne sembrano proprio aliene: si interessano solo di chi parla di cose inutili. Questa sera, però, è venuto Aldo a trovarmi, era diverso dal solito. Avrei dovuto accorgermene subito. Le calze a rete mi avrebbero dovuto mettere sulla buona strada. Anche i tacchi a spillo. Se non altro, la scollatura e quello che c'era dietro alla scollatura. Ma ero distratto. L'ho fatto entrare, si è guardato attorno ed ha detto "carino, meglio dell'altra volta. Credevo però che tu avessi una carta da parati verde". "Era muffa" ho risposto. "Volevo chiederti che fine avevano fatto i rilievi floreali in bagno, ma forse è meglio di no" ha aggiunto. Si è avvicinato. A quel punto ho notato qualcosa. Forse la scollatura. O il rossetto: decisamente devo aver notato il rossetto. O i capelli. Forse il profumo muschiato. Insomma, qualche cosa ho notato, mi sono accorto che Aldo era diverso dal solito. Che mi guardava in modo diverso dal solito. "Non mi chiamo Aldo" ha detto Aldo non-Aldo, fissandomi negli occhi. Ancheio provavo a fissarlo negli occhi, giuro: ma c'erano tante cose che stavo notando in quel momento. soprattutto due. Dietro la scollatura. "Mi chiamo Katia, ho finto di essere Aldo per tutti questi anni perché stavo scrivendo un libro sulla comunità informatica italiana: volevo vedervi al naturale. Se mi fossi presentata come donna, mi avreste trattata diversamente" "." ho ribattuto prontamente, e con il mio solito spirito ho aggiunto: "...". "Ma ora basta. Ho consegnato il libro, non devo più mentire: soprattutto a te. "...!" ho risposto. Colpita, Katia ha sorriso e ha detto: "Baciami, stupido!"

Giorno 13: Katia mi ha fatto buttare l'Hub a forma di Godzilla, ma non importa: tra di noi va bene e non sento più quella sensazione allo stomaco. Ho dimostrato così che anche un informatico può sedurre una donna, basta che sia una scrittrice che si finge un uomo per documentare un libro sulla comunità hacker.

Buona fortuna a tutti i lettori.

































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