martedì 11 aprile 2006

Le 2 Italie...


Non conosco nessuno che abbia votato FI, non ho parlato con nessuno che ha votato FI, non so nemmeno che faccia abbia un votante di FI. E questo, come me, lo può dire una grossa fetta dei votanti che si sono schierati in perfetta parità. Sono l'espressione di 2 Italie che non si parlano, che non si capiscono, che non riescono nemmeno a pensare come una persona possa votare dall'altra parte. Questo, se da un lato é preoccupante, da anche la speranza che non possano nascere alleanze trasversali, che a me personalmente danno sempre forti brividi accompagnati dall'allucinazione di una vecchia e putrescente balena bianca.


Di una cosa devo ringraziare per gli ultimi 5 anni: la nascita di un interesse per gli avvenimenti politici che altrimenti, con un governo anche brutto ma non vergognoso, non sarebbe avvenuta. Una cosa c'è da dire a favore degli italiano, di qualunque schieramento siano: sono andati a votare. L'83% abbondante di affluenza fa capire che, nel bene o nel male, comunque la campagna elettorale é riuscita a mobilitare una parte grandissima dell'elettorato.


Trovo nobile l'iniziativa di permettere anche ai nostri connazionali all'estero di votare. Il risultato del loro voto sa più di "fuga dei cervelli" che di "valigie di cartone, mandolino e pizza" e da l'idea di quanto siano contenti gli italiani che stanno fuori dei nostri confini del "prestigio internazionale" che l'ex premier ha dato all'Italia in questi 5 anni. Conosco però tanta gente qui da noi che non se la é sentita di attraversare la penisola per andare e qui io mi chiedo: invece di spendere vagonate di euro per rinborsare i biglietti di chi fa la transumanza del voto non sarebbe più moderno, semplice, economico ed accessibile a tutti permettere agli elettori di presentare [...entro tempo debito...] una richiesta per spostare momentaneamente la loro sezione di appartenenza?


Un ultimo pensiero agli indecisi che, dopo mesi di campagna elettorale da loro non voluta ed inutile per far maturare in loro una scelta di campo, si sono presentati lo stesso ai seggi per dimostrare che, in ogni caso, loro il loro diritto di votare lo volevano esercitare. Non so che dire allora preferisco lasciare questo commento alle parole di Michele Serra:


Cacadubbi di tutto il mondo, unitevi



Come decide un indeciso? "Un tanto al chilo", alla "speraindio" o "a capocchia"? L'analisi storica del professor Koffelmeyer: dall'homo indecisus fino a Gianugo Braghin di Schio.
Nella storia delle elezioni, e più in generale nella storia dell'umanità, la figura dell'indeciso è sempre stata determinante. Quando le sorti di intere popolazioni sono in bilico, è l'indeciso a far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Da sempre gli studiosi si domandano come possa, l'indeciso, decidere in un quarto d'ora ciò che non è riuscito a decidere in trent'anni di vita. Nel suo celebre saggio 'Psicopatologia dell'indecisione', il tedesco Koffelmeyer individua tre possibili tipologie di decisioni dell'indeciso: quelle a capocchia, quelle alla speraindìo e quelle un tanto al chilo. E conclude che l'intero corso della storia non dipende dalla determinazione di milioni di persone che prendono una posizione chiara, ma dall'uzzolo tardivo e casuale di una piccola percentuale di cacadubbi. Sono parole gravi. Ma ampiamente suffragate dai noti episodi che andiamo ad elencare.
Preistoria È stato recentemente rinvenuto un fossile di primate non classificabile tra gli ominidi né tra le scimmie. Lo scheletro di Homo indecisus rivela una totale incertezza identitaria: la mano destra impugna una banana, la sinistra una rudimentale racchetta da tennis. La gamba destra indica la posizione eretta, la sinistra neanche a parlarne. Un pollice è opponibile, l'altro non si oppone neppure a storcerlo violentemente. È altamente probabile che sia stato proprio Homo indecisus, accoppiandosi con una gorilla oppure con una cavernicola (a seconda di quale delle due incontrava per prima), a determinare l'evoluzione della specie. I paleontologi sono indecisi se ospitare il fossile al Victoria and Albert Museum oppure mandarlo a cagare.
Terzista Figlio di un ateniese e di una spartana, Terzista combatté la prima guerra con Atene, la seconda con Sparta, la terza stazionando in mezzo ai due eserciti con un chiosco di olive e lupini. Determinò l'esito del conflitto schierandosi con gli ateniesi dopo che uno spartano aveva giudicato disgustose le sue olive.
Waterloo La battaglia venne decisa da un indeciso belga, il contadino Geppi Turlin, che nel mezzo della carneficina, non essendosi accorto della battaglia in corso (l'aveva confusa con una festa in costume), continuò come se niente fosse ad arare i campi e travolse con la sua coppia di buoi la tenda dello Stato maggiore napoleonico. Saputo che si trattava di una guerra, Geppi espresse il suo rincrescimento a Napoleone e, pur di non prendere una posizione sul conflitto in corso, propose di travolgere anche la tenda del comando inglese, ma era ormai troppo tardi. Il destino della battaglia e dell'Europa era già deciso.
Il caso del piccolo Kurt Celebre saggio di Freud su un clamoroso caso di indecisione: il piccolo Kurt, amando in pari misura il padre e la madre e non volendo fare torto a nessuno dei due, ebbe sia il complesso di Edipo che quello di Elettra. Fumava il sigaro come il padre, ma lavorando all'uncinetto come la madre. Otteneva centrini da tavola bucherellati dalle bruciature da sigaro, ma era molto felice.
Nazismo Nessuno lo sa, ma Hitler prese il potere soprattutto grazie alla signora Nina Blink, una modista berlinese. Un giorno Nina incontrò Adolf Hitler, ancora agli inizi della sua carriera, mentre passeggiava. Il futuro dittatore stava vivendo proprio in quel momento l'unica crisi morale della sua vita, della durata di 20 minuti, e le domandò a bruciapelo: "Secondo lei è meglio che io invada la Polonia, scateni la seconda guerra mondiale e stermini sei milioni di ebrei, oppure è meglio di no?". La signora Blink, di carattere molto indeciso, rispose che doveva pensarci qualche istante. Quando, un'oretta dopo, si sentì pronta a rispondere, Hitler si era addormentato su una panchina e Nina non potè esprimere la sua opinione.
Elezioni 2006 I sondaggisti hanno individuato in Gianugo Braghin, di Schio, l'elettore che determinerà le sorti del Paese per i prossimi 150 anni. Braghin, che in passato ha votato Democrazia Proletaria, liberale, Dc, Stella e Corona, Pensionati, scheda bianca e Union Valdotaine, ha fatto sapere che deciderà all'ultimo momento, nella cabina elettorale, facendo la conta 'anghingò tre galline e tre cappon, ditemi basta!'

1 commento:

  1. [Non conosco nessuno che abbia votato FI(...) Sono l'espressione di 2 Italie che non si parlano...]

    Un' altra ipotesi,piuttosto suggestiva,è che chi vota FI si vergogna di dirlo.

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