sabato 11 aprile 2009

Time after time...


Forse le fatalità della vita sono il miglior antidoto verso se stesse. Ed allora forse un'infanzia a veglie funebri e funerali ti aiuta a dare un giusta dimensione della fatalità. Ti rende però anche molto insofferente verso certi atteggiamenti ruffiani come quelli visti a volte in giro in questi giorni. Resta solo da rimboccarsi le maniche la mattina, fregarsene di chi vuole importi la sua visione del mondo e fare quel che si può finché si può per poi passare oltre il testimone. Peccato solo perdere alcuni monumenti ed altri simboli storici, non solo per il loro valore artistico, ma perché rappresentano un modo più o meno discreto da parte di chi è stato prima di noi di ricordarci che anche loro hanno stretto per un po' il testimone prima di passarcelo. :-)








When you were young and your heart was an open book
You used to say life and let life
(you know you did, you know you did you know you did)
But in this ever changing world in which we live in
Makes you give in and cry
Say live and let die
Live and let die
Live and let die
Live and let die

What does it matter to ya
When you got a job to do
You gotta do it well
You gotta give the other fellow hell

When you were young and your heart was an open book
You used to say life and let life
(you know you did, you know you did you know you did)
But in this ever changing world in which we live in
Makes you give in and cry

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